L’inquilino moroso: come gestirlo in 5 step

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L’inquilino moroso: come gestirlo in 5 step

L’inquilino moroso: come gestirlo in 5 step

E’ il terrore di qualsiasi proprietario di casa che decide di affittare: quando si presenta un ritardo nei pagamenti da parte degli inquilini, “l’allarme” è immediato. E se da ritardo si passa alla vera e propria morosità, si può aprire un percorso a ostacoli legale e amministrativo che è sempre gravoso - in termini sia personali che economici.

La sfida è complessa, anche solo quando si tratta di affrontare i problemi di puntualità dell’incasso del canone da parte degli inquilini: il ritardo, infatti, genera un debito nei confronti del locatore, il quale deve trovare soluzioni per recuperare le somme dovute. Di norma, bastano appena 20 giorni di ritardo rispetto alla scadenza del canone mensile per considerare un inquilino inadempiente.

Abbiamo provato in questo articolo a riassumere in 5 punti cosa fare quando un inquilino è moroso:

1 - Sollecito
Deve essere puntuale e fermo. L’inquilino deve sapere senza alcuna deroga che sta mancando al proprio dovere di corrispondere il canone d’affitto. E’ la prima azione da intraprendere, anche più volte, via mail via telefono o di persona, per evidenziare l’inadempienza. E’ importante evidenziare che i solleciti dovranno essere allegati agli atti qualora si intraprenda un’azione legale: è quindi cruciale che siano inoltrati in forma scritta e dimostrabile.

2 - Recupero degli arretrati
Dopo la prima fase di sollecito, deve iniziare certamente la fase di recupero degli arretrati che si sono accumulati. Se nella fase dei solleciti può non essere necessario un consulente legale, in questa fase è invece necessario mettere la questione in mano a professionisti: la procedura in questi casi prevede di avanzare al Tribunale la richiesta di un decreto ingiuntivo relativo al pagamento degli affitti arretrati.

3 - Accertamenti patrimoniali
Il decreto ingiuntivo di pagamento riguarda gli affitti in ritardo e quelli che si accumulano successivamente. Può comportare il pignoramento dei beni del debitore, la riscossione dai conti bancari o da altre proprietà intestate al debitore. Questo richiede indagini e accertamenti patrimoniali per determinare quali beni e fonti di reddito il debitore possiede effettivamente e su quali è possibile agire.

4 - Sfratto
Quando la morosità non rientra, la soluzione è senza dubbio obbligare l’inquilino a lasciare l’immobile. A seconda del livello di morosità riscontrata è possibile gestire la procedura di recupero arretrati (di cui abbiamo già parlato) insieme a quella di sfratto come previsto dall'articolo 658 del Codice di Procedura Civile. Una volta che il tribunale convalida la procedura di sfratto, il contratto di locazione viene risolto e l'inquilino è obbligato a lasciare l'immobile. Tuttavia, è importante notare che questa procedura potrebbe non essere applicabile nei casi in cui è stato decretato un blocco degli sfratti come misura di emergenza economica, come avvenuto durante la pandemia di Covid-19, con validità per gli sfratti abitativi a partire dal 28 febbraio 2020.

5 - Mediazione o procedura legale
Avviene spesso che l’inquilino si opponga allo sfratto. I casi peggiori sono quelli in cui l’inquilino si rende irreperibile: alla difficoltà di recuperare gli affitti arretrati si aggiunge l’onere di rintracciarlo prima di poter riacquistare pieni diritti sulla proprietà. Negli altri casi, in cui è possibile un dialogo, viene intrapresa la strada della mediazione che – auspicabilmente – può essere anche stragiudiziale (cioè non arrivare davanti a un Giudice).

 

Mai come nel caso di inquilini morosi è fondamentale per i proprietari farsi affiancare da professionisti qualificati, come quelli dello Studio MM Gestioni, che abbiano esperienza e che possano gestire la procedura e pianificare le mosse in modo consapevole e strategico.

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