A partire da questa settimana le misure restrittive imposte dal Governo per contrastare la diffusione del Covid-19 hanno iniziato gradualmente ad allentare la presa, restituendo un po’ di libertà ai cittadini italiani.
L’emergenza sanitaria ha però stravolto completamente l’esistenza di milioni di cittadini, mettendo in stand-by per due lunghi mesi quasi tutti i settori, tra cui anche quello immobiliare, e la scelta di comprare casa o di prenderla in affitto è stata in molti casi rimandata a dopo l’emergenza.
E’ dunque fisiologico, in questo momento, porsi alcune domande e chiedersi che impatto avrà la situazione generata dalla pandemia da Covid-19 sulla nostra economia e quindi anche nel settore immobiliare: come poter cogliere l’onda del cambiamento e non rimanere schiacciati dagli eventi?
Sicuramente risulta necessario studiare e capire la situazione, fare previsioni ponderate e reagire di conseguenza, e in questo articolo proviamo a dare delle risposte con l’aiuto dei nostri consulenti.
Gli esperti la definiscono una “deep and quick recession” ossia una crisi profonda ma veloce che porterà ad una deflazione. Una crisi veloce e profonda perché non è innescata, come in passato, dal crollo del sistema bancario, o da altre problematiche strutturali interne al sistema economico. È una crisi causata da un virus e dalle misure straordinarie che è stato necessario mettere in atto. E da questa crisi, ogni scenario ipotizzato prevede che ne usciremo.
E’ altresì provato storicamente che ogni crisi è seguita da una ripresa economica ben più profonda e via via sempre più rapida.
Il mercato in entrambi gli scenari ipotizzati, superato il 2020, recupererà negli anni successivi e questo grazie anche alle misure di supporto dei Governi e alle immissioni di liquidità attraverso meccanismi diretti o indiretti che le Banche Centrali stanno prevedendo per sostenere privati e aziende.
Cosa fare quindi?
Occorre guardare alle opportunità future, lavorare sui fattori critici di successo per superare il 2020 ed essere pronti alla ripresa economica.
Le strutture che saranno in grado di comprendere le diverse opportunità e i diversi scenari che si apriranno nel post-coronavirus, non solo riusciranno a rimanere competitivi nell’immediato ma rafforzeranno sempre di più la loro importanza agli occhi dei clienti.
Per quanto riguarda lo scenario immobiliare, ragionevolmente si può sostenere che con molta probabilità risulterà ancora il momento giusto per valutare l’acquisto di una casa. Sono due i fattori che spingono in questa direzione: trend discendente inevitabile dei prezzi delle case, e il ritorno dei tassi di interesse attorno ai minimi storici.
Uno dei settori ad avere una maggiore spinta sarà probabilmente l’immobiliare. Dopo una prima fase d’incertezza, l’immobile dovrebbe essere considerato un bene rifugio e crescere ancor più in termini di valore, soprattutto nelle grandi città.
Molti venderanno per paura o semplice necessità di liquidità, e questo aumenterà le opportunità di fare buoni affari sul mercato per chi ha liquidità o è finanziabile nelle grandi città a partire da Milano. L’arresto degli affitti brevi per un periodo abbastanza prolungato, favorirà uno spostamento verso gli affitti di medio-lungo periodo.
Le stime generali degli scenari immobiliari per la fine dell’anno, a livello nazionale, sono state riviste e ipotizzate tuttavia al ribasso.
E’ bene considerare che avanzare qualsiasi previsione oggi, quando siamo ancora in fase emergenziale, è non solo difficile ma anche rischioso - tuttavia è un fatto che le maggiori società di rilevamento immobiliare concordano su una probabile brusca discesa del mercato per abitazioni residenziali tra il -3% e il -7% nel biennio 2020/21. Anche il segmento corporate, quello dei grandi investimenti per nuove realizzazioni di residenze hotel o uffici, subirà un fisiologico contraccolpo.
Lo scenario negativo che si prospetta non significa necessariamente una pari caduta dei prezzi per gli immobili di “qualità”, in relazione alla specifica conformazione dell’immobile e alla sua ubicazione nella città. Questo a conferma del valore del mattone come bene rifugio per i risparmiatori in fuga dalle azioni e dalle obbligazioni finanziarie.
In conclusione, è naturale che il 2020 sarà un anno di sofferenza generalizzata e segnerà un calo delle transazioni ma non una caduta verticale dei prezzi, diversamente da quanto si potrebbe pensare.